Home La crisi sistemica globale – 2015: il mondo sta andando verso Est

La crisi sistemica globale – 2015: il mondo sta andando verso Est

Dalle notizie delle ultime quattro settimane, risultano due aspetti importanti. Da una parte, la Cina diventa il più grande potere economico del mondo, oltrepassando ufficialmente gli Stati Uniti, con una ponderazione economica ufficiale (in conf. con le cifre del FMI) di 17,61 miliardi di dollari (rapportati ai 17,4 degli USA).  Se i mass media ufficiali non si sono dimostrati almeno un po’ sorpresi da questa informazione, la nostra squadra crede, invece, che si tratti di un evento storico:  l’America non è più il primo potere economico del mondo ed evidentemente questo cambia tutto.[1]!

El GEAB N°88 está disponible! Crisis  sistémica global–2015: El mundo gira hacia el Este
Figura 1:”Il PIL della Cina  (blu) e degli Stati Uniti (rosso) in comparazione al potere di acquisto (PPP),
in billioni di dollari,  2002-2019. Fonte: Financial Times

Dall’altra parte, insieme al passaggio al secondo posto, gli Stati Uniti d’America, dopo i tentativi di impressionare il pianeta tramite il militarismo debordante durante la crisi ucraina, danno prova di una fragilità strategica maggiore nella “gestione” della crisi irachena. La politica dei muscoli, quella che sembrava mantenere l’intero pianeta sotto la tutela statunitense per un periodo indefinito, non funziona più.

Questi due indicatori permettono di tracciare una nuova tendenza maggiore nello sviluppo della crisi sistemica globale, il passaggio da un mondo americano a un mondo cinese…

L’Europa, la Russia – la creazione di un piano  Marshall « alla cinese »

Questo emergere evidente della Cina è stato dalla accelerato dalla crisi Ucraina. La Cina aveva tutto l’interesse a preparare la sua uscita nel mondo al riparo dai radar; mentre  tenevano lontana una Cina invasiva e gli Europei non  hanno saputo anticipare e seguire finemente l’emergere di questo mega-attore, la crisi ucraina ha accelerato questi cambiamenti, facendo perdere quasi completamente il controllo agli attori principali. Abbiamo notato che tanto la crisi Ucraina quanto la politica delle sanzioni hanno spinto i Russi ad accettare di firmare l’accordo per il gas russo-cinese ad una tariffa meno interessante di quanto speravano.  L’Ucraina ha influenzato molto il negoziato dei Russi con la Cina in riguardo a quest’accordo.

In questi giorni, il primo ministro cinese si trova in visita ufficiale in Europa e in Russia[2]. Ha le braccia cariche di contratti, proietti d’investimenti e prospettive commerciali [3], un vero piano Marshall per la ricostruzione delle economie europee e russe , parzialmente distrutte dalla guerra dell’Ucraina[4]… Un piano irresistibile, certamente. Ma saremo noi abbastanza vigili per quanto riguarda la nostra indipendenza  nei confronti di questo grande potere? Ricordiamoci che il piano Marshall ha contribuito a incatenare l’Europa post-bellica agli USA.

La City di Londra è stata già salvata dal fallimento dalla Cina, che ha fatto di questa il suo primo centro finanziario « extra-territoriale » capace di emettere obbligazioni in yuan[5]. In questo modo, l’Inghilterra diventa un promotore fervente dell’annessione dello yuan al FMI.  La Banca Centrale Europea stessa si sta preparando a aggiungere lo yuan alle sue riserve internazionali [6]. E l’Europa deve, in questo modo, giocare il ruolo di facilitatore responsabile della transizione sistemica tra un mondo di prima della crisi e quello dopo la crisi. Ma, per giocare questo gioco in certe condizioni da lei imposte, era preferibile che essa l’avesse implementato tramite una strategia[7] piuttosto che tramite avidità o persino tramite il riflesso della sopravvivenza.

Questo attivismo tra l’Europa, la Russia e la Cina culminerà in questo giorni con il summit ASEM a Milano, tra il 16 e il 17 di Ottobre. Questo evento ha tutte le chance per rimanere nei libri di storia per quanto riguarda l’Europa e l’Asia e fornirà una piattaforma per risolvere la crisi della moneta unica, la crisi Ucraina,  quella Euro-Russa, la crisi sistemica globale…permettendo, in questo modo, una transizione verso il mondo dopo-crisi. Sarebbe anche più « multi-polarizzante » se l’atto fondatore del mondo di dopo fosse sigillato tramite un summit Euro-BRICS[8] ; tuttavia è urgente e, in realtà, tre dei cinque paesi BRICS saranno presenti (Russia, India e Cina)… In più, il summit  ASEM ha le stesse caratteristiche di quello  EuroBrics, essendo rappresentativo per le nuove realtà globali (potere economico, commerciale, demografico) e non include gli Stati Uniti.

Il successo di questo incontro renderà evidente il contrasto tra le prospettive offerte dall’alleanza con gli USA (dove si discute specialmente di guerra) e quelle offerte da un avvicinamento strategico all’Asia (dove si discute di un recupero economico)[9]. Anticipiamo che le speranze portate da questo summit abbiano come effetto la fine del trattato transatlantico, il tanto controverso TTIP [10].

———————

[1]     Meno drammatica, ma sempre tanto rappresentativa quando si tratta di un cambio di paradigma, la Cina annuncia l’adozione di un nuovo modo per calcolare il PIL, integrando altri parametri all’infuori della semplice crescita esponenziale, una decisione la cui pertinenza obiettiva e base di applicazione (la Cina) rischia di alzare il vecchio PIL al rango di strumento della preistoria economica. La nebbia statistica ricadrà tuttavia, e il paesaggio non offrirà più qualcosa che sia facilmente visibile. Fonte: Europe Solidaire, 09/10/2014

[2]     Fonti : China Daily, 08/10/2014.

[3]     Fonti : Business Insider, 14/10/2014 ; China Daily, 09/10/2014.

[4]     La crisi Euro-Russa e la politica delle sanzioni mutuali sono, evidentemente, le principali cause del rallentamento  economico considerevole del continente durante gli ultimi mesi. Questa realtà, che non è mai commentata nella stampa, è stata, tuttavia, messa in evidenza  tramite le cifre catastrofiche dell’economia  tedesca…da sei mesi…tanto per vedere… Fonti : The Telegraph, 06/10/2014 ; International Business Times, 09/10/2014.

[5]     Fonte : Wall Street Journal, 09/10/2014.

[6]     Fonte : Malay Mail, 11/10/2014.

[7]     Promuovendo attivamente lo sviluppo di un mondo multipolare tramite un avvicinamento Euro-BRICS, come era stato anticipato nel 2009 da Franck Biancheri e LEAP.

[8]     Per il quale noi militiamo sin dal 2009. Da vedere il progetto  Euro-BRICS di LEAP.

[9]     Questo Eurometro Globale ci mostra, da alcuni mesi che molte persone, in Europa, sono coscienti del fatto che le soluzioni future per uscire dalla crisi si trovano nei paesi BRICS piuttosto che negli USA.

[10]    Il TTIP, sul quale abbiamo sempre anticipato che non vedrà la luce del giorno o che, in ogni caso, non più di una semplice formula indolcita (per non far arrabbiare quelli di Bruxelles e Washington); il rovesciamento ideologico <<occidentalista>> degli ultimi mesi, disconnettendo l’Europa dalla realtà e annullando la sua capacità di reagire naturalmente agli eventi, porterà veramente a una firma forzata di quest’accordo.