l’Ucraina resta un potente ostacolo tra l’Europa e la Russia, costringendo gli Stati membri ad uscire dalle dinamiche comuni per preservare interessi strettamente legati alla fluidità delle relazioni con la Russia. Presi a parte, questi paesi (Italia, Austria, Ungheria, Grecia, Germania, Francia, ecc…), in modo più o meno ostentato, tendono a sottovalutare la questione ucraina. Ma non appena si riuniscono intorno a un tavolo, l’intangibile regola di «difesa dell’integrità territoriale dell’Ucraina» impedisce ogni progresso. Il famoso comunicato del G7 fornisce un altro esempio di questa patologica mancanza di immaginazione: «Riaffermiamo la condanna dell’annessione illegale della Crimea e il costante sostegno alla sovranità, all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina nelle frontiere internazionalmente riconosciute.»[1].
Mappa della Crimea. Fonte: Geolinks
Eppure ci sarebbero altre proposte, più consensuali, sulle quali mettersi d’accordo per arrivare a sbloccare la situazione anziché farsi mettere in trappola. La Russia non accetterà mai di lasciare Sebastopoli[2], punto e basta! La nuova ipocrisia della diplomazia internazionale potrebbe trasformare l’Europa e la Russia in quello che è diventato il Medio Oriente a causa dell’altra grande ipocrisia che è il presunto sostegno incondizionato ai palestinesi senza avere i mezzi per provocare le conseguenze di quel sostegno…
La questione ucraina non sembra essere quindi ancora risolta, anche tra europei e russi stanno a poco a poco riprendendo relazioni «vergognose». E non sarà l’ultima riunione del formato di Normandia a contraddirci su questo punto: è un bene che si siano incontrati, ma le conclusioni sono inefficaci[3]. Gli ucraini restano i palestinesi dell’Europa mentre agli europei viene addossato il ruolo di arabi dell’Europa (sostenuti dall’ex potenza mondiale) e i russi, sostenuti dalla nuova potenza mondiale (Cina), giocano piuttosto meglio le proprie carte.
Nell’ultimo numero abbiamo anticipato una distesa delle relazioni UE-Russia. Ed è in corso. Ma allo stato attuale una vera risoluzione del problema ci sembra ancora più illusoria. Rivedremo le nostre anticipazioni in vista delle presidenziali ucraine il 31 marzo 2019.
Si possono anticipare degli scontri nel Mare di Azov[4] o anche nel Mar Baltico…
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[1] Fonte: Elysée, 10/06/2018
[2] Fonte: Wikipedia
[3] In realtà, di queste discussioni non abbiamo trovato nessuna traccia su Internet. Sull’incontro: comunicato del Ministero tedesco degli Affari Esteri, 12/06/2018
[4] Fonte: RFERL, 06/06/2018
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