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GEAB 196

Il numero mensile del Laboratorio europeo di Anticipazione Politica (LEAP) - 15 Giu 2025

Hiroshima 8.0

EDITORIALE

Esattamente 80 anni fa, gli americani sganciavano la prima bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima, ponendo fine alla Seconda Guerra Mondiale e “annettendo” il Giappone.

Non è un caso che proprio dai confini giapponesi di un impero occidentale che ha spinto al limite le logiche di potere (territoriali, militari, geopolitiche, tecnologiche e finanziarie) possa arrivare un importante shock catartico nel processo di transizione sistemica globale che stiamo osservando da 19 anni.

La triste data del 6 agosto 1945, che i giapponesi celebreranno quest’estate, segna la nascita dell’impero americano. Prendendo la tecnologia sviluppata dai tedeschi e utilizzandola militarmente in Giappone, gli Stati Uniti hanno creato un impero istituendo una Pax Americana basata sul famoso “ombrello nucleare”.

Ma dopo 80 anni, l’impero è notoriamente stremato dal costo del potere. Il nucleo centrale del sistema (Stati Uniti, Canada, Eurozona e Giappone) rappresenta il 68% del debito pubblico mondiale e il 47% del PIL globale. Il potere americano poggia su una montagna di debiti che da vent’anni sta minando l’intero edificio, nonostante l’apparenza di consolidamento[1].

Tra il primo shock finanziario del 2008 e oggi, le crescenti tensioni geopolitiche hanno permesso di continuare a convogliare i flussi di capitale verso il cuore tecnologico degli Stati Uniti, dipinto come l’ultimo bastione sicuro della finanza globale, navigando in una narrazione ben costruita di incertezza sistemica.

Questa situazione ha permesso all’America e ai suoi alleati di continuare a emettere sempre più debito per finanziare la loro comune supremazia, nonostante siano sempre più sfidati dalle economie emergenti, in particolare dai BRICS, un club che continua a crescere (280 milioni di persone in più da quando l’Indonesia è entrata a gennaio)[2].

In un mondo multipolare in cui la sovranità è costruita sulla moltiplicazione delle alleanze, il campo occidentale che pretende l’esclusività si sta riducendo, così come il numero di potenziali creditori del potere comune.

Il Giappone è emblematico di questa situazione: è sia il maggior creditore degli Stati Uniti (1.150 miliardi di dollari) sia il Paese più indebitato al mondo (9.000 miliardi di dollari, pari al 235% di debito/PIL). Oltre il 90% del debito è detenuto da soggetti nazionali, una situazione che è stata resa sostenibile per la popolazione giapponese solo “grazie” alla deflazione strutturale che il Paese ha vissuto per quasi 30 anni. La crisi del Covid ha però cambiato tutto questo, e l’inflazione sta ora costringendo la BoJ a rallentare l’attività e a inasprire la politica monetaria dopo otto anni di tassi negativi.

Questa storica inversione di tendenza si combina con il radicale cambiamento della situazione politica e della strategia di potere negli Stati Uniti e, naturalmente, con la prospettiva di un’escalation sul fronte euro-russo, l’altra frontiera dell’impero più vicina a noi.

In effetti, gli eventi su questo fronte stanno per smentire la nostra aspettativa che la pace venga firmata nella prima metà dell’anno.

Ma la seconda parte della nostra aspettativa si sta rafforzando. Se la pace non verrà firmata prima dell’estate, non dovremo abituarci solo a una continuazione del conflitto sotto la copertura del fuoco: come già dimostra lo spostamento delle truppe statunitensi a nord dell’Europa[3], le questioni artiche di cui abbiamo discusso a lungo negli ultimi mesi si stanno spostando a nord del confine euro-russo, un conflitto che presto metterà in contatto Russia e NATO (in particolare negli Stati baltici), facendo scattare il famoso articolo 5 della difesa collettiva…

Ma l’Occidente sarà in grado di vincere questa fase finale della “guerra stellare”[4] che esso stesso ha istigato? Non crediamo: la sola prospettiva di un’escalation di questo tipo sarà sufficiente a innescare la crisi obbligazionaria globale che ha iniziato a manifestarsi dal Giappone e che ci proponiamo di dimostrare in questo numero.

Le ceneri della nube atomica di Hiroshima, dopo aver formato un ombrello protettivo sul mondo, stanno per cadere di nuovo…

Marie-Hélène Caillol, Direttore editoriale

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[1]  Un buon esempio della natura superficiale del consolidamento è fornito dall’Accordo di Basilea, pubblicato nel 2010 per rafforzare la solidità delle banche sulla scia della crisi finanziaria del 2008. A distanza di 15 anni non è ancora stato attuato e, nonostante il tentativo finale di attuarlo nel 2025, noto come Basilea III endgame, probabilmente non vedrà mai la luce. Fonti: Brookings, 07/03/2024; Consiglio Atlantico, 13/05/2025

[2]  Fonte: AlJazeera, 07/01/2025

[3]  Fonte: Harici, 27/05/2025

[4]  L’Iniziativa di Difesa Strategica, soprannominata dai media Guerre Stellari, ha trascinato un’Unione Sovietica esangue in una corsa agli armamenti e si ritiene che abbia contribuito alla caduta dell’impero sovietico nel 1991. Fonte: NBCNews, 06/06/2004

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