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Il numero mensile del Laboratorio europeo di Anticipazione Politica (LEAP) - 15 Apr 2025

Crisi sismica globale: e se la crosta terrestre si ribellasse?

Il timore della crisi climatica potrebbe presto essere sostituito da quello di una “crisi sismica globale”, ovvero un graduale aumento del numero e della gravità dei terremoti. Se a questo si aggiunge l’aumento delle doline, sembra che il terreno stia progettando di cedere sotto i nostri piedi sempre più spesso. L’ultima frecciatina della natura a un’arroganza che dobbiamo chiederci per quanto tempo ancora potremo finanziare.

Storia delle strutture autoportanti più alte – Fonte: DatalsBeautiful

Aumento dei terremoti “indotti

Certo, il terremoto che ha appena colpito la Birmania (Myanmar) è probabilmente naturale, data la vicinanza alla faglia di Sasaing e il noto spostamento della placca tettonica indiana. Il Myanmar è esposto a un elevato rischio sismico[1]. Lo stesso vale per la Turchia, che si trova sulla placca anatolica, compressa tra la placca eurasiatica e quella araba.[2]

Eppure, l’aumento del numero di “terremoti indotti” è stato confermato: da diversi decenni ormai, i terremoti sono ufficialmente associati all’attività umana. Trivellazioni, fracking, geotermia, dighe… Tutti questi usi della natura sono stati implicati in vari eventi sismici, come quelli in Oklahoma (USA, Richter 5,8, 2016), Strasburgo (Francia, Richter 3, 2020), Basilea (Svizzera, Richter 3,5, 2006), Pohang (Corea del Sud, Richter 5,4, 2017), Konya (India, Richter 6,6, 1967), Sichuan (Cina, Richter 7,9, 2008), ecc.[3]

Negli Stati Uniti, il numero di terremoti di magnitudo superiore a 3 è aumentato bruscamente da 25 all’anno (nel periodo 1973-2008) a 600 all’anno tra il 2014 e il 2016, raggiungendo addirittura i 1010 terremoti nel 2015.[4]

Anche gli eventi legati al cambiamento climatico, come lo scioglimento dei ghiacciai, possono alterare l’equilibrio delle pressioni sulla crosta terrestre[5].

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Sommario

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