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Il FMI e la politica sudamericana di Washington

In realtà, il FMI non è all’altezza delle sfide di rifinanziamento dei suoi creatori. In effetti, che può fare, ad esempio, di fronte ai 22 miliardi di debito pubblico USA e le ripetute minacce di mancati pagamenti americani? Così come non è all’altezza delle problematiche di indebitamento dei grandi Stati europei o, ancor meno, della Cina. Tutti questi grandi paesi devono cavarsela in un altro modo, puntando più sulla loro imprescindibilità come mete degli investimenti che su vere strategie di sdebitamento.

Il FMI serve quindi a sostenere piccoli paesi invischiati in problemi di indebitamento, quindi piccoli anch’essi (tra i dieci più grossi beneficiari di prestiti nel 2015 figuravano la Costa d’Avorio (0,98 miliardi), il Kenya (0,90 miliardi), la Tunisia (1,1 miliardi)…). La crisi greca ha cominciato a testare i limiti del FMI che sarà solo uno dei contribuenti con 48 miliardi di euro su un totale di 242,8 miliardi di euro (271 miliardi di dollari USA). Il Portogallo è riuscito a scivolare ottenendo 25 miliardi mentre l’Irlanda ha recuperato 5 miliardi. Nel 2014, è stata l’Ucraina a farsi sentire ricevendo quasi 10 miliardi. È così che nel 2015, non solo la maggior parte dei prestiti del FMI andavano verso l’Europa, ma il FMI ha raggiunto il limite massimo giustificando, lo stesso anno, l’apertura alla Cina…Leggere di piu : GEAB 137 / Sett. 2019

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