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Stati membri pronti a rendere inattiva l’Unione

Da diversi anni, nella battaglia che ha opposto il livello nazionale a quello europeo il motto è stato il seguente: il livello europeo è un baluardo contro i populismi nazionalisti, un bastione dei valori di pace, apertura, tolleranza e progresso umano contro la bestialità e la guerra insiti nel modello nazionale.

La realtà ha però cominciato a contraddire questa certezza, e l’evoluzione dalla vita politica al livello nazionale a cui abbiamo assistito negli ultimi anni non è poi così inquietante. Certo, le forze di estrema destra ottengono punteggi pari al 20% in molti paesi. Ma resiste pur sempre un’80% di opinioni favorevoli ai partiti reazionari e xenofobi… e questo malgrado gli enormi shock subiti dal continente da dieci anni. Notiamo d’altronde che il paese che registra i punteggi più alti di estrema destra non è né la Polonia, (25%) né l’Austria (25%), né la Francia (21%), né l’Ungheria (20%)… ma la ricchissima ed extra-europea Svizzera (27%)![1]

Figura – Punteggio annuale delle estreme destre in Europa. Fonte: New York Times.

Francia e Paesi Bassi, entrambi annunciati come prossime vittime dell’ondata di estrema destra, non hanno ceduto. Quando i parlamenti si radicalizzano a destra, è nell’alleanza destra-estrema destra che i partiti di destra tradizionale si radicalizzano più dei cittadini. L’Italia fornisce un ottimo esempio di questa situazione, dove un centro-destra, Berlusconi, sceglie di tradire i valori del proprio partito alleandosi con una Lega di estrema-destra… tutto questo per ottenere il 14% dei voti. Certo, questi 14%, unendosi ai pochi 17% di Salvini (anche Marine Le Pen ha fatto meglio) creano un effetto ottico tale che nei media si legge e si sente continuamente di un presunto interesse degli italiani[2]. In realtà, gli italiani hanno votato con entusiasmo per il Movimento 5 Stelle (32%), un partito certamente euro-critico (ma non anti-europeo), giovane e innovativo, per niente xenofobo[3]… nonostante il fatto che l’Italia è stata tra i primi paesi colpiti dalla crisi dei migranti.

Sarebbe il momento di chiedersi perché l’establishment, di cui i nostri media sono gli alleati più fedeli, ci tiene così tanto a far passare i cittadini europei per sporchi razzisti…

Un altro esempio di questa brutta abitudine dei media a svalorizzare i voti dei cittadini viene dall’Austria dove hanno avuto luogo le elezioni regionali dopo che la Carinzia ha rieletto la sinistra… «quando è territorio del FPÖ di Haider ». Anziché accogliere la sostenibilità del cambiamento nel centro dei carinziani, i media preferiscono parlare delle origini carinziane del FPÖ[4]

Le elezioni si svolgono, i partiti istituzionali depoliticizzati trapassano, ma alla fine le nostre democrazie nazionali resistono. Ormai il grande rischio è quello che anticipiamo da tempo, ovvero che nel 2019 il Parlamento europeo cadrà nelle mani delle forze antidemocratiche:

. perché queste forze sono progredite a livello nazionale

. ma soprattutto perché rischiano di essere le uniche a mobilitare i cittadini durante le elezioni i cui punteggi di partecipazione sono continuati a calare[5].

Questa prospettiva provoca un totale ribaltamento dei ruoli tra il livello europeo e il livello nazionale come baluardo di valori. Gli Stati membri hanno quindi diritto di preoccuparsi di un tale rischio e di preparare, se sarà necessario, la famosa disattivazione del sistema di Bruxelles che vedremo in atto nel 2018. (estratto GEAB 123 / marzo 2018)

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[1] Fonte: Le Figaro, 2018. Se si esclude il grafico di quest’anno che mette l’Italia in rosso indicando ingiustamente il 50,3% dei voti dell’estrema destra, questa infografica del Le Figaro mostra chiaramente come sicuramente nei paesi europei la situazione si è inasprita ma non è precipitata.
[2] È importante guardare ai veri risultati delle elezioni italiane per torcere il collo ai pettegolezzi. Fonte: Wikipedia
[3] Cercando bene, si trovano comunque articoli con uno sguardo più giusto al Movimento 5 Stelle: «Alla fine oggi il Movimento Cinque Stelle non è né un partito né di estrema destra né di estrema sinistra come ha tentato di far credere: in un certo qual modo è l’erede della Democrazia Cristiana nell’era di Internet». Fonte: Le Grand Continent, 10/03/2018
[4] Fonte: Deutsche Welle, 04/03/2018
[5] Dal 62% nel 1979 al 43% nel 2014. Fonte: Wikipedia

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