Centocinquanta numeri del GEAB sono anche quindici anni e circa 4000 pagine passate a indagare sul futuro, immaginando con quali sotterfugi riuscirà a imporsi, ad anticipare le crisi che provocherà la battaglia per la sua ascesa, a riconoscere tutta la coerenza e il carattere sistemico di questo processo senza sostituire il presente con il futuro.
Nella cultura occidentale, il tempo è lineare, parte da dietro e si apre davanti a noi. Nel corso della nostra esperienza di esplorazione del futuro abbiamo acquisito una certezza: il futuro non è davanti, è sotto. I germi del futuro sono piantati sotto i nostri piedi. All’inizio invisibili agli occhi di chi non li cerca, ci solleticano i piedi, poi ci fanno crescere… o cadere a seconda della nostra agilità. E questi nuovi grandi alberi del presente non tarderanno ad essere di nuovo sradicati dai semi che avranno piantato. Sta a noi umani organizzare il grande caos al quale porta l’impilaggio dei cadaveri del passato.
L’articolo «Dobbiamo avere paura del mondo sottostante?» tende a descrivere brevemente l’inarrestabile movimento di uscita all’aria aperta di un tutto un mondo sotterraneo (mafie, terroristi, agenti segreti, hacker) dopo decenni di insabbiamento sotto l’efficace giogo dell’ordine mondiale all’indomani della seconda guerra mondiale.
Ma questa caratteristica sotterraneo del futuro il nostro team la esperimenta quando si tratta di navigare nel world wide web dell’informazione, quel mare immenso di cui a prima vista è distinguibile solo la superficie luccicante, una superficie che riflette soprattutto le nostre certezze o i nostri interessi, proprio come il chiaro di luna sul mare che si dirige verso di noi. Eppure l’informazione, tutta l’informazione, è qui, sotto questa superficie agitata, nelle calme profondità delle realtà che si stanno profilando. “Non resta che” navigare, circolare, trovare, ordinare, interpretare le gocce d’acqua della fluida immensità che ci parlano del nostro futuro. Un compito impossibile? Eppure una goccia di sangue prelevato non è capace anch’essa di parlarci delle future malattie del nostro corpo?
Nell’epoca world wide web tutti hanno accesso a quelle informazioni una volta riservate ai potenti. E se bisogna naturalmente anticipare dei ridimensionamenti alla sconfinatezza di questo accesso, non si tornerà indietro ma si tratterà solo di adeguarsi gradualmente alle conseguenze di quel gigantesco potere che gli umani hanno in mano e che devono controllare. Perché accedere all’informazione non è tutto, bisogna anche imparare a servirsene.
Non siamo i soli a preoccuparci di questa pedagogia al futuro. L’UNESCO ha da poco tenuto il secondo “Vertice mondiale sull’alfabetizzazione dei futuri” riunendo oltre 7000 futuristi e curiosi di tutto il mondo[1], su un’ambizione simile alla nostra che parla di “democratizzazione del futuro”. “Il futuro è ormai una disciplina futura” sempre più riconosciuta, un progetto educativo e politico, un edificio sul quale abbiamo decisamente una pietra solida e specifica da mettere, una pietra di quindici anni di età basata sulla teoria e soprattutto sulla pratica minuziosa e continua di 150 immersioni nelle acque profonde del futuro.
Siamo ormai maturi per tentare di trasmettere e diffondere l’esperienza acquisita. È così che ha avuto luogo lo scorso ottobre una prima formazione «Introduzione all’anticipazione politica» in francese. Da gennaio inizierà un secondo ciclo, questa volta in inglese, dove saremo felici di fare la vostra conoscenza (iscrizioni presso [email protected]).
Ma c’è di più. Come annunciato nel 2019, il cambiamento di orizzonte del LEAP, passando dal 2020 al 2040, è accompagnato dall’integrazione di un team junior. Quest’anno, grazie ai vostri abbonamenti, il team junior è ormai operativo e ne sentirete parlare sempre di più perché tende a stringere i rapporti tra noi e voi, ad aumentare la comprensibilità del numero mensile, ad indagare sui nostri metodi e le nostre linee di pensiero nonché a metterli in discussione. Saranno operativi nella GEAB Community su LinkedIn, nei podcast e nei video della nuovissima GEABTV, nei GEAB Caffè che lanciamo ufficialmente questo mese e a poco a poco nello stesso numero GEAB. Grazie a loro il GEAB spera di diventare il “reattore” di una “comunità di apprendimento del futuro” alla quale vi invitiamo.
Che bella avventura intellettuale sono stati questi quindici anni! Come ci hanno costruiti, ancorati, cresciuti… noi e i nostri lettori. Questo non ci dà una responsabilità? Quella di trasmettere più ampiamente e di accentuare la capacità individuale di razionalizzare il nostro rapporto con il futuro; ma anche quella di iniziare a combinare la nostra chiara visione sul futuro con altre visioni altrettanto chiare del futuro per illuminare insieme gli angoli oscuri nei quali si nascondono le paure e gli odi.
Quindi se volete, alla fine di quest’anno molto particolare, e in occasione di questo 150° numero, lanciamo insieme un “Sistema GEAB” cominciando con questo primo appuntamento: il GEAB Caffè del 21 dicembre 2020 sul tema Valutiamo insieme i lavori del GEAB nel 2020 (iscrizioni presso [email protected]/riunione riservata agli abbonati).
Con i nostri migliori auguri di fine anno.
Per parlarne trovate la GEAB Community su LinkedIn
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