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GEAB agosto 2023

Il numero mensile del Laboratorio europeo di Anticipazione Politica (LEAP) - 15 Ago 2023
L'estratto pubblico

Per essere onesti, l’anticipazione politica ci impone di guardare alle previsioni del passato. Questo è ciò che il team LEAP fa ogni agosto, scavando negli archivi del GEAB. Quest’anno siamo tornati al 2017 per riscoprire le nostre previsioni sul potere globale della Cina.

Sebbene la posizione della Cina sulla scena mondiale sia complicata dalla situazione in Ucraina, la sua posizione economica è più assertiva ed è ora in grado di offrire un’alternativa alle ormai fragili istituzioni nate dagli accordi di Bretton Woods. Per realizzare le proprie ambizioni, la Cina ha dovuto reinventare il proprio modello politico ed economico. Questa reinvenzione è stata realizzata sia all’interno che nella sua proiezione sulla scena internazionale.

Questi argomenti possono sembrare molto disparati, ma è combinando questi diversi livelli di studio che possiamo comprendere il percorso che la Cina ha intrapreso in mezzo decennio, e quindi anticipare il percorso che intraprenderà per perpetuare il suo status di potenza globale.

In un momento in cui il prossimo vertice dei BRICS (che si terrà a Johannesburg, in Sudafrica, dal 22 al 24 agosto) si preannuncia storico, in quanto vedrà il lancio della loro nuova moneta internazionale, ci è sembrato necessario dare un’occhiata allo specchietto retrovisore prima di intraprendere il nuovo percorso tracciato dai principali fautori del nuovo mondo multipolare.

Giudicate voi

 

ECONOMIA

Le nostre analisi e anticipazioni ci hanno dapprima portato a capire che la Cina ha ritenuto impossibile la riforma delle istituzioni esistenti; essa si è trovata quindi nell’obbligo di creare qualcosa di nuovo, il che ha ritenuto necessaria la reinvenzione di un proprio modello. Il nostro team ha individuato questa reinvenzione sul piano politico ed economico già nel 2017 con la decisione di intraprendere quella che abbiamo definito “via di mezzo”».

Fine del sistema internazionale per come l’abbiamo conosciuto e «Via di mezzo», GEAB n°111 gennaio 2017

Un poco come nel 2013 la Russia era pronta a fare il proprio ingresso ufficiale sulla scena internazionale e contava sui JO per segnare tale riconoscimento, oggi la Cina è pronta. Ma…

In tale contesto, il nostro team anticipa che il paese prenderà una via di mezzo la cui riforma delle imprese pubbliche sarà la prima illustrazione. La nuova generazione di economisti cinesi dovrà inventare un nuovo modello che serva una strategia di « Cina first » e aperta al mondo (o in ogni caso a una parte del mondo). Secondo il nostro team, gli assi di direzione del modello economico cinese combineranno le caratteristiche seguenti:

  • coordinamento delle politiche economiche: il governo non abbandonerà la propria economia alla legge del mercato, ma piuttosto che verso un modello centralizzatore, evolverà verso un sistema coordinatore forte;
  • politica di credito al consumo per continuare a fare emergere questa classe media di consumatori malgrado il rallentamento della crescita;
  • economia mista ma separata tra imprese di Stato risanate e modernizzate per i grandi servizi pubblici, grandi gemme dell’economia privata sotto il controllo politico e tessuto del PME-PMI per innervare e ancorare la crescita profonda;
  • permeabilità delle relazioni economiche: né protezionismo né ampia apertura, i principi della «Cina first» saranno l’apertura controllata, il riconoscimento degli interessi delle varie parti coinvolte e alla loro armonizzazione;
  • keynesianismo nazionale e transnazionale con grandi progetti di investimenti transnazionali destinati a fornire agli scambi globalizzati (o regionalizzati) gli strumenti infrastrutturali di cui necessitano per prosperare;
  • uscita più o meno visibile dalle istituzioni internazionali vincolanti: nel 2017, non è da escludere un’uscita simbolica dell’OMC che, secondo il nostro team, potrebbe essere il forte segnale mandato dalla Cina dall’uscita dal gioco occidentale di condizionalità (inutile precisare che l’OMC, già in fin di vita, non sopravvivrà a una tale tempesta, il che darà un’idea del futuro del resto della governance mondiale quale la Cina, in vista del rifiuto USA, prenda una propria strada);
  • creazione di nuovi strumenti di valutazione e di controllo dell’economia cinese e sinocentrata al di fuori, in particolare, dell’influenza occidentale;
  • a medio termine, una politica forte dello yuan per attirare i capitali senza perdere il controllo sugli assi e sulle condizioni dell’investimento estero;

Dall’esposizione di questi assi, ci si rende conto che la Cina ha già posto molti elementi di un modello economico autentico. Nel 2017, la vera rivelazione sarà che la Cina non sta per adottare un modello occidentale ma sta elaborando un modello a parte che manderà un segnale potente di fine del pensiero economico unico e aprire una grandissima finestra di opportunità di invenzione di altri modelli (America first, Europa first, Cina first, India first, Africa first…) a forte potenziale liberatore tanto di energie di modernizzazione quanto di conflitti ideologici.

Certo, la Cina è tuttora membro dell’OMC, ma in particolare dall’inizio del decennio imperversa il dibattito sulla perennità di questa adesione. Per il resto, di fatto, in questi anni la Cina si è distinta dal modello occidentale, cercando di creare un regime politico ed economico con caratteristiche proprie.

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Questa scelta strategica le ha permesso di concorrere con gli Stati Uniti sul mercato globale, come ad esempio, illustrano i contratti petroliferi espressi in yuan. 

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