Euro: continuare a crederci
Oggi, il team LEAP ritiene che le difficoltà dell’euro di cui sentiamo parlare sono da intendersi più come «cambiamento di rotta» che di «fine dell’euro». Le minacce di uscita dall’euro provengono da quei mercanteggiamenti che sono diventati i negoziati tra tutti gli attori coinvolti, da interessi radicalmente divergenti. Ad essere crollato nella crisi dell’euro non è l’euro stesso ma il metodo comunitario. La Germania sta per riprendere il controllo della governance dell’euro, Parigi sta per diventare la prima grande piazza finanziaria europea, l’UE dei 27 è nelle mani di un polacco che si preoccupa di mantenere il peso politico degli Stati Uniti ai vertici dell’unione economica, le estreme destre ci sono per placare il malcontento che potrebbe suscitare un’Europa gestita da alcuni grandi paesi. E non appena gli affari ricominceranno a carburare, le grandi intenzioni di democratizzazione recentemente espresse verranno dimenticate. Almeno però il sistema istituzionale europeo funzionerà di nuovo per servire gli interessi economici resi insoddisfatti negli ultimi anni dalla perdita di efficienza derivata dall’enorme disarmonia legata all’insostenibile molteplicità dei committenti. La semplificazione è in corso, e in questo momento anticipiamo solo una riforma dell’euro che andrà rafforzandosi.
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