La costruzione di una struttura federale per la zona euro sembra ormai essere partita con il piede sbagliato. Il progetto avviato dal governo francese di creare istituzioni proprie all’unione monetarie al fine di rafforzarne la costruzione, in particolare un ministro delle finanze della zona euro dotato di un proprio budget e di una convergenza dei tassi di imposizione sulle imprese[1] poteva già sembrare un obiettivo molto ridotto considerando la posta in gioco, ma ha rappresentato un primo passo verso la costruzione di un’infrastruttura necessaria per il buon funzionamento della moneta unica.
Il blocco tedesco alla federalizzazione della zona euro
Questo obiettivo ridotto sembra già compromesso. A marzo, lo sblocco della situazione politica tedesca, che era il pretesto per giustificare il mantenimento dello status quo, non ha portato a qualcosa di decisivo. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018, nel momento in cui ha aperto il cantiere di riflessioni, nelle proprie conclusioni non si è pronunciato sulla questione[2]. Il 10 marzo, il settimanale tedesco Der Spiegel aveva annunciato che il governo federale tedesco non era disposto a portare avanti il caso[3]. Ufficialmente, questa impossibilità è stata legata alla durata dei negoziati tra i partner della «grande coalizione» di Berlino, ma questa scusa sembra non essere accettabile poiché l’integrazione europea è, ufficialmente, uno dei punti d’accordo tra SPD e CDU/CSU[4].
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