Da quasi vent’anni, anticipiamo una rivoluzione del sistema monetario internazionale, in particolare l’emancipazione dall’economia mondiale del veicolo degli scambi commerciali del XX secolo, ovvero il dollaro[1]. Apparentemente non è successo niente. La ragione è che, in effetti, nessuno ha avuto l’interesse a vedere sparire il dollaro dall’oggi al domani. Il mondo intero si è quindi impegnato a mantenere in vita il dollaro pur preparando il seguito. Non sarà sfuggito a chi ci legge, ed è quindi più sensibile al grande tema della transizione sistemica globale, che il 2023 abbia mandato dei forti segnali che fosse tutto pronto e che i costruttori del nuovo edificio monetario stiano “portando via la scala”.
Attualmente stiamo pertanto vivendo un punto di svolta estremamente importante che ci obbliga a chiederci se gli strateghi del passaggio dall’altra parte abbiano tutto sotto controllo. In questo caso siamo ottimisti, partendo dal presupposto che i grandi leader mondiali abbiano cooperato a questa transizione. Alcuni indizi ci spingono a questo ottimismo. Ciò non toglie che un cambiamento di tale entità sia indolore o non incontri ostacoli.
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