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GEAB 161

Il numero mensile del Laboratorio europeo di Anticipazione Politica (LEAP) - 15 Gen 2022

Panorama 2022: Tendenze e anticipazioni

Grandi tendenze

Il 2022 si annuncia molto complicato… Dopo la grande pausa del 2020, il 2021 ha tentato di far credere che le cose avrebbero preso il loro normale corso. E invece, come abbiamo anticipato dall’inizio dell’anno, ogni tentativo di ripresa ha provocato nuove fratture del vecchio sistema: sconvolgimenti, inflazione, dimissioni. Il futuro sta facendo fatica a riprendere il proprio corso. Pur essendo noto che esso si affida al buon uso che verrà fatto delle nuove tecnologie, al momento, in mancanza di una visione realista e di una capacità politica, le ingenti somme di denaro concesse dagli Stati per finanziare questo futuro tendono a perdersi: armamenti, corruzione, fantasmi (alla “Elon Musk”, per esempio[1])…

Senza contare che ci vuole tempo per realizzare i nuovi strumenti del prossimo modello economico. Per almeno ancora dieci mesi, i nostri leader dovranno far fronte al vertiginoso compito di:

. rallentare il ritmo dell’economia del “vecchio modello” (in un mondo frammentato e concorrenziale);

. continuando a finanziare il prossimo modello (con i soldi che mancheranno per via del punto precedente);

. facendo emergere una visione “comune” di un futuro realista (in mezzo alla grande cacofonia in proposito);

. riaffermando i propri valori democratici (mentre l’autoritarismo rischia di essere l’unica via possibile per affrontare gli altri punti);

. ed essendo sotto i colpi di una profonda rimessa in discussione del modello di Stato nazionale (a causa degli shock economici legati al primo punto).

In questo secondo anno della nuova, il nostro team ritiene che la più potente caratteristica tendenziale dei mesi a venire dovrebbe essere quel “grande rallentamento controllato” facilitato dalla risalita dei tassi e la crescente critica delle dinamiche di progresso. I cinesi stanno d’altronde indicando la via ripiegandosi su se stessi e lanciando il progetto socialista di ridistribuzione della ricchezza generata nel corso degli ultimi trent’anni. L’Occidente, dal canto suo, farà più fatica a controllare il processo, dovendo continuare a subire il solito insieme di crisi e reazioni per condurre allo stesso risultato… forse.

All’interno di questo Occidente, sempre la stessa incertezza: l’Europa riuscirà a intraprendere la propria via? Quella che riaprirà la strada della reinvenzione di una governance mondiale.

Per tutti gli europei, tutto continua a svolgersi in Ucraina. Quest’anno dovremmo stabilire: guerra o riforma della NATO? Tenendo presente che per sbloccare la situazione un potente alleato è chiaramente il Medio Oriente il quale, libero dal giogo americano e grazie agli accordi di Abramo (Trump), si sta affermando, a nostro avviso, come la “culla della civiltà del mondo di dopo”.

Secondo il nostro team, tutto questo suggerisce una dinamica di doppia crisi, quella del mondo di prima e del mondo di dopo, i cui principi, immaginati nel decennio precedente pre-Covid, devono essere oggetto di una completa revisione.

Quella che conosceremo sarà una “moratoria sul futuro”. Probabilmente darà l’impressione di un ritorno al vecchio sistema ma farà molta fatica a resistere ad una società scalpitante in vista del futuro (nuove generazioni, attori economici o oppositori di ogni tipo).

Qualche data importante del 2022

Per radicare nella realtà le nostre teorie di tendenza, sulla nostra “mappa” dell’anno in corso inseriamo alcune date strutturanti:

Nei primi sei mesi dell’anno, l’UE sarà sotto la presidenza francese, una presidente molto forte di un paese attualmente ben riposizionato a livello europeo e mondiale che mira a riaffermare il progetto europeo pur orientandolo il più possibile seguendo un obiettivo di sovranità europea. I grandi assi di trasformazione sono, in particolare, lo spazio Schengen, il patto migratorio, l’Europa della Difesa, il rinnovato impegno dell’Europa con il proprio vicinato – in particolare nei Balcani, il New Deal euro-africano, l’elaborazione di una visione del modello di crescita dell’Europa entro il 2030, la creazione di un mercato unico del digitale, l’introduzione di adeguati livelli di remunerazione, la riforma dei criteri di bilancio del trattato di Maastricht[2], la celebrazione dei 35 anni dell’Erasmus, la redazione di una storia europea, la capitalizzazione sui lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa per un’Europa umana (aspettando che sia democratica)[3], per non dimenticare il ruolo dell’Europa in un contesto di governance multilaterale (Forum di Parigi sulla pace introdotto dal presidente francese E. Macron nel 2018)[4].

A febbraio, le Olimpiadi di Pechino ci mostreranno il grado di successo delle politiche occidentali di isolamento della Cina nonché gli indizi della strategia di riposizionamento internazionale del Regno di Mezzo.

Ad aprile, le elezioni francesi forniranno un importante indicatore sul futuro degli impulsi dati dalla presidenza francese dell’UE: il progetto di Europa umanista subirà una trasformazione? Oppure una svolta identitaria attende i francesi e gli europei?

A giugno, in Baviera si terrà il vertice del G7 nell’ambito della presidenza tedesca per fare il punto sul programma tedesco: Covid, ambiente, Cina, Russia… dove la priorità ambientale verrà utilizzata per riaffermare l’imperativo di collaborazione con la Cina e la priorità di pace giustificherà la necessità di riallacciare i dialoghi con la Russia nell’ambito di un G7 destinato soprattutto a tentare di placare l'”alleato” americano. Sarà il Giappone a subentrare alla Germania nel 2023.

Sempre a giugno, il vertice NATO accolto dalla Spagna a Madrid era focalizzato sulla questione del multilateralismo e della diversificazione delle missioni dell’organizzazione[5]. Ma da allora le crescenti tensioni con la Cina e la Russia hanno riportato tutti al business as usual del China-Russia bashing. Entro giugno quindi continuiamo ad essere positivi sulla possibilità di un positivo passo avanti sul fronte ucraino (che spiegheremo più avanti) per creare una relazione euro-russa più feconda.

A novembre, il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese dovrebbe mantenere al potere Xi Jinping dopo un anno dedicato alla stabilità nella transizione. La Cina deve infatti ripiegarsi su se stessa e, nello stesso tempo, ridurre il ritmo dell’apparato produttivo, evitando una riduzione della classe media; mirando all’autosufficienza in materia alimentare e tecnologica; ad una crescita armoniosa fondata su una graduale ripresa della demografia interna e sulla ridistribuzione della ricchezza; e a salvaguardare il proprio territorio senza creare shock geopolitici. Un vero e proprio esercizio di equilibrismo oppure, in caso di fallimento, una rimessa in discussione del grande timoniere attuale.

A novembre, le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti promettono già un’ondata repubblicana che, in base a quanto accadrà in Europa prima di allora, condurrà al ripiegamento dell’America su se stessa oppure ad una logica di estremi conflitti globali in tutto l’Occidente.

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