19 maggio – Iran: Elezioni presidenziali
Un serio oppositore sta minacciando le possibilità di rielezione del riformista Rouhani, quell’ultra-conservatore Ebrahim Raisi rafforzato dalle enormi tensioni geopolitiche che attraversano l’Iran: guerra contro l’Arabia Saudita nello Yemen, coinvolgimento nel conflitto siriano, minaccia di aggressione all’Israele, rischio di rimessa in discussione sull’accordo sul nucleare da parte della nuova presidenza USA, ecc. Ciononostante, se non irrompesse niente di «particolare» entro le elezioni, le possibilità di Rouhani sono ancora buone. Una sua rielezione alla guida dell’Iran taglierà l’erba sotto i piedi a chi ha bisogno di un Iran aggressivo per giustificare le proprie azioni aumentando la pressione internazionale in favore dell’individuazione di soluzioni pacifiche. Pensiamo in particolare all’attuale dilemma di fronte al quale si trova Israele da quando Trump ha esentato dall’obbligo di conformarsi alla soluzione dei due Stati: Israele è ormai l’unico responsabile della propria politica, e potendo avanzare la soluzione di uno Stato unico, tutti i problemi relativi alla sua realizzazione costringono i leader ad ammettere che va optato decisamente per la soluzione dei due Stati oppure considerare una vera guerra nella quale potrebbero entrare attori come Russia o Turchia… soprattutto se l’Iran sembra essere la vittima.
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