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Il numero mensile del Laboratorio europeo di Anticipazione Politica (LEAP) - 15 Dic 2023

Editoriale – La tettonica a placche dell’ordine mondiale

Come la deriva dei continenti, la ricomposizione dell’ordine mondiale è un processo lungo e lento, se osservato su base mensile. Anche se punteggiata da violente collisioni (che creano catene montuose) e distacchi definitivi (che creano stretti, mari o oceani), la tettonica delle placche geopolitiche è un processo a lungo termine.

Tra gli Stati Uniti e la Cina, due delle principali potenze di questo nuovo ordine, alcuni hanno già scelto da che parte stare e hanno poco margine di manovra per cambiare la propria posizione, ma questo non deve farci dimenticare le aree la cui fedeltà e le cui relazioni devono ancora essere forgiate. Sono queste le regioni che abbiamo scelto di mettere in evidenza in questo numero.

Il più grande di questi è l’America Latina. Considerata a lungo il cortile di casa degli Stati Uniti e, più di recente, oggetto di un’attiva strategia di influenza da parte della Cina, sta ora camminando sul filo del rasoio, a volte cercando di forgiare un destino più autonomo, come il Brasile, o in grado di rovesciarsi da una parte o dall’altra. L’elezione di Javier Milei, un libertario americanista, in Argentina, che avrebbe dovuto entrare a far parte dei BRICS alla fine dell’anno, è l’incarnazione di questo gioco di influenza in corso, che si accentuerà negli anni a venire. La Cina non ha detto l’ultima parola, esercitando la propria influenza non solo attraverso l’attrattiva dei BRICS, ma anche con massicci investimenti in infrastrutture, soprattutto attraverso i progetti delle Nuove Vie della Seta. Gli Stati Uniti, dal canto loro, stanno iniziando a vedere l’arretramento della loro influenza globale verso la propria area regionale, avviato da Trump, non come una scelta politica ma come una necessità, data la loro diminuita capacità di proiettarsi nel mondo. Queste due tendenze fanno sì che l’America Latina stia diventando il centro di gravità del confronto economico tra queste due potenze.

Un altro punto mobile nella tettonica a placche dell’ordine mondiale è il Caucaso meridionale. L’esplosione delle tensioni tra Armenia e Azerbaigian sul Nagorno-Karabakh a settembre si è trasformata in una dichiarazione congiunta pacifica all’inizio di dicembre. Questo negoziato diplomatico è stato condotto bilateralmente tra le due parti in causa, senza intermediari. Si tratta di un forte segnale di progresso nelle relazioni diplomatiche tra questi due Paesi, in un momento in cui questo conflitto è oggetto di impegni attivi da parte di diverse potenze regionali. Un evento che rafforza la nostra previsione della tendenza a spezzare le catene della pace per lasciare spazio a una forma di stabilizzazione, anche a costo di violenti shock.

Il continente che ha meno probabilità di andare fuori rotta rimane l’Europa, come dimostra la nostra valutazione delle anticipazioni per il 2023 (con un punteggio dell’82,43%). In questo nuovo mondo multipolare l’Europa sta scomparendo, al momento senza troppi scossoni visibili, ma la realtà è innegabile e prima o poi si farà sentire. Gli Stati Uniti, invece, riescono a controllare questa deriva rimanendo aggrappati alle proprie roccaforti multipolari, anche se questo comporta relazioni conflittuali.

Ecco un altro aggiornamento della nostra mappa globale, per aiutarvi a concentrarvi con noi mentre l’anno volge al termine e vi invitiamo a guardare al 2024 insieme a noi. L’anno prossimo ricorrerà il 35° anniversario della caduta del Muro di Berlino. Abbiamo quindi guardato nello specchietto retrovisore, dal 2023 al 1989, per elencare i 35 eventi chiave della transizione sistemica globale. Ora, in un sondaggio, vi chiediamo di anticipare quello che segnerà l’anno 2024. Condivideremo con voi le nostre riflessioni online in occasione di un evento speciale che si terrà l’11 gennaio 2024.

Con i migliori auguri per il nuovo anno, vi auguriamo di leggere questa newsletter e vi diciamo un buon Natale e un felice anno nuovo.

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Sommario

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