Infrastrutture vs obbligazioni sovrane
Recentemente lo abbiamo sottolineato a più riprese, le promesse di campagna di Trump e il probabile lancio dei QE fiscali in Europa e negli Stati Uniti offrono un futuro roseo agli investimenti nelle infrastrutture. Secondo il nostro team, sul fatto che le imprese del BTP hanno una grandissima opportunità e ne approfitteranno non ci sono molti dubbi. Un investimento in questo settore rappresenta quindi un valore sicuro. Attenzione però, se è probabile che le imprese americane vengano sollecitate alla realizzazione dei lavori negli Stati Uniti (preferenza nazionale e protezionismo le obbligano), in generale non saranno le imprese occidentali ad approfittare di più di questa opportunità, come abbiamo analizzato nel GEAB n° 104 (aprile 2016), bensì quelle dei paesi emergenti, Cina per prima[1]. In compenso, come abbiamo già raccomandato nel GEAB 108 (ottobre 2016), raccomandiamo di nuovo di lasciar perdere le obbligazioni sovrane occidentali, che, salvo azioni particolarmente forti da parte delle banche centrali, vedranno il tasso aumentare e quindi il valore scendere. Non è nemmeno impossibile che paesi notoriamente insolventi decidano molto semplicemente di non rimborsarle. Quanto alle obbligazioni dei paesi emergenti, anche se probabilmente rappresentano delle opportunità, è consigliabile la massima prudenza: il mercato resta spesso fragile e può ancora essere destabilizzato da elementi esterni come, ad esempio, brusche variazioni del prezzo del petrolio, del dollaro o dell’euro.
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