Il FMI ha già cominciato a rivedere al ribasso le previsioni di crescita nel 2021 per Stati Uniti (dal 7 al 6%[1]), Asia (dal 7,6 al 6,5%[2]), zona euro (dal 5,4 al 5%[3]) e nel mondo (dal 6 al 5,9%)[4].
Di fatto, come abbiamo visto nell’articolo sulle banche centrali, l’amministrazione finanziaria occidentale sta tentando di proseguire il più a lungo possibile, se non addirittura ratificare definitivamente, le politiche monetarie non convenzionali. Dopo avere dichiarato il contrario a giugno[5], il FMI sta incitando, ad esempio, la Francia a tenere sciolti i cordoni della Borsa pubblica per sostenere l’economia fino al 2023[6]. Tutto questo malgrado il fatto che l’inflazione è sempre più durevole (da tenere comunque a mente per tutto l’anno prossimo[7]), causata in particolare dai prezzi elevati dell’energia, delle materie prime e dei prodotti in generale, bloccati in porti saturi e in assenza di un personale che rischia di non esserci finché i salari restano al minimo.
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