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GEAB 132

Il numero mensile del Laboratorio europeo di Anticipazione Politica (LEAP) - 15 Feb 2019

Finanza internazionale: QE décentralizzati

Avete notato che attualmente tutti gli sforzi di regolazione del debito, dei prodotti derivati, delle banche, ecc., realizzati a seguito della crisi dei subprime con maggiore o minore successo da dieci anni, sono sistematicamente compromessi, compresi quelli degli attori più seri del sistema? Qualche esempio…

In quanto a indebitamento pubblico, gli Stati Uniti hanno appena superato la soglia di 22 bilioni[1] di dollari un anno solo dopo aver superato quella dei 21 bilioni[2], abbandonando chiaramente qualsiasi velleità di riduzione.

La crisi dei gilet gialli ha costretto Emmanuel Macron a firmare un assegno da 11 miliardi di euro a sostegno al potere d’acquisto, per non parlare delle spese indotte dai vari danni e manifestazioni, facendo passare il deficit francese dal 2,8% del PIL inizialmente previsto per il 2019 al 3,2%, se non 3,4%, ovvero dallo 0,2 allo 0,4% al di sopra del limite legale europeo[3].

Naturalmente c’è l’Italia, terza potenza economica della zona euro e uno dei paesi più indebitati del mondo (quarta posizione, 132% del PIL) il cui governo «populista», che ha un paese da mandare avanti, non intende sottomettersi alle ingiunzioni di austerità emesse ai piani alti (Europa, Germania, FMI…) preferendo vendere le riserve d’oro o rimettere in discussione la sacrosanta indipendenza della banca centrale[4].

E poi c’è il Giappone con i suoi 10 bilioni di debiti, ovvero 79.000 dollari procapite, che emetterà altri 296 miliardi di dollari di titoli di stato alla fine dell’anno fiscale, a fine marzo[5].

Stati Uniti, Europa, Giappone: chi può permettersi di dare lezioni in materia di buona gestione finanziaria? 

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Sommario

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