Il mese scorso abbiamo anticipato un rischio di deragliamento del meccanismo plurisecolare delle elezioni americane[1]. Con ottimismo, abbiamo avanzato l’ipotesi che un contesto eccezionale potrebbe portare ad elezioni straordinarie che mettano alle corde tanto Trump quanto Biden e che facciano apparire una terza soluzione, più rappresentativa, di una «Nuova America» che abbiamo descritto a grandi linee.
Un mese dopo, siamo ancora più convinti che le elezioni di novembre promettono grandi sorprese[2]. Ma una versione ragionevole, e nello stesso tempo più pessimista, della nostra anticipazione consisterebbe nel fatto che non appaia nessun «uomo della provvidenza» e che l’America sprofondi nel caos di non elezioni o peggio di elezioni ritenute illegittime.
Abbiamo infatti visto come la Nuova America (NBC, Libra, OpenRan Policy Coalition[3], ecc.) abbia già cominciato a poggiarsi sull’Europa. Se non riuscisse ad «assumere il potere» nel contesto di crisi che andremo a descrivere, la probabilità del nostro scenario di spostamento dell’epicentro transatlantico aumenterebbe considerevolmente.
Stato dell’Unione: è la crisi definitiva!
Mentre gli europei brontolano, l’America sprofonda. Al di là delle percezioni e dei numeri, il sistema al quale pone fine la pandemia è naturalmente quello centrato sull’America che ha regnato in gran parte del pianeta dal 1945. Tutti i simboli e gli strumenti della sua potenza sono compromessi:
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