Tra le poche certezze riguardo alla guerra russo-ucraina c’è questa: è la fine della guerra fredda!… in particolare per via del fatto che è diventata “calda”, il che cambia tutto.
Come abbiamo già detto a proposito del ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan lo scorso settembre[1], il 1989 non è stato la fine ma l’inizio della fine della guerra fredda, un processo che sarebbe durato trentatré anni e avrebbe avuto il suo epilogo attualmente… con una vittoria dell’Occidente, un accordo di compromesso che accetti la linea rossa della Russia o un grande pandemonio che sconvolgerà l’intera scena mondiale.
In ogni caso, la guerra russo-ucraina sta abbattendo tutti i principi e le istituzioni del vecchio ordine mondiale. Anticipiamo infatti che né la NATO, né l’UE, né l’ONU, ecc., usciranno indenni da questa grande crisi storica.
È quindi opportuno chiedersi attraverso quali processi e a quale esito si arriverà distinguendo, in particolare, due principali scenari: lo scenario a breve termine, nel quale russi e ucraini si mettono d’accordo su un compromesso nei giorni-settimane seguenti e che sta portando verso un mondo di cui l’Occidente resta un pilastro; e quello a lungo termine, nel quale la Russia insidia l’Ucraina e tutto l’Occidente sprofonda nelle sabbie mobili.
Guardare l’abisso
Allo stato attuale, sono tuttora possibili entrambi gli scenari.
Attualmente, Russia e Stati Uniti ci invitano a guardare l’abisso: se i russi fanno intravedere il rischio di una terza guerra mondiale, la possibilità di attacco alle centrali nucleari[2], l’ipotesi di mega cyber-attacchi[3], ecc, gli americani, dal canto loro, prevedono un crollo delle economie mondiali causato dal pacchetto di sanzioni che blocchino drasticamente l’intero modello globale di scambi e di produzione[4]. In entrambi i casi, centinaia di milioni di morti, affamati, rifugiati, malati non curati, ecc.[5]
Vediamo allora alcuni aspetti del disastro:
. L’invio di materiale militare in Ucraina[6] e la distribuzione di armi ai civili da parte del governo[7] contribuiranno a rilanciare i traffici d’armi verso l’Europa occidentale, una volta ad appannaggio dei Balcani (in particolare con la guerra in Kosovo) avendo alimentato direttamente l’ondata terrorista degli anni 2010[8] (vediamo quindi come questo problema sia cominciato prima dell’invasione russa[9]).
. La “militarizzazione” della guerra russo-ucraina (armare milizie private e civili in Ucraina[10], ricorre ai mercenari[11]) in un contesto sociologico di preparazione militare dei giovani con i videogiochi[12] e di ricerca di azione post-lockdown covidiano[13], per non parlare delle frustrazioni sessuali maschili multifattoriali[14], ha tutte le carte in regola per far cadere l’Europa nella patologia africana dei bambini-soldato[15]. Questo fenomeno è in atto nel terrorismo unanimemente condannato; ma cosa pensare di questa tendenza se i governi la sostenessero?…
. Di fronte a questo “selvaggiamento” pianificato di parte dei giovani e a società occidentali ultra-dipendenti dal modello socioeconomico complesso e globalizzato, solo alcuni paesi europei (ad esempio la Francia[16]) sono in grado di organizzarsi in modo da alimentare e fornire energia alla popolazione in tempo di guerra, e in un contesto di carenze alimentari e energetiche dove il “ciascuno per sé” sarà la regola n° 1 le solidarietà europee non resisteranno a lungo.
Figura 1 – Autosufficienza alimentare per paese – Mondo 2005-2009. Fonte: Jennifer Clapp
. Per ragioni opposte (i russi per mettere paura, gli ucraini per costringere l’Occidente a intervenire[17]) per gli europei incombe l’incubo della guerra nucleare in previsione di un “incidente” alle centrali o con il ricorso alla forza nucleare[18] – un ricorso reso parzialmente “legale” da quando Trump si è ritirato dal Trattato russo-americano di disarmo nucleare FNI[19].
. Se Putin sta attualmente bloccando la firma del trattato con l’Iran, in particolare è per rendere più credibile una grande crisi energetica[20] di cui sta tuttora dimostrando di avere le chiavi. Così facendo, non solo ricorda che la Russia non è un paese relegabile a potenza trascurabile nell’attuale configurazione globale, ma partecipa a quell’apocalisse destinata a portare tutto il mondo a chiedere a Zelensky ad accettare i termini del negoziato.
. La possibilità di attacchi russi ai cavi di comunicazioni sottomarini[21] o ai satelliti[22] obbliga ad immaginare scenari di tipo Ravage di Barjavel[23] dove le nostre società, ultra-dipendenti dalle tecnologie di comunicazione, crollano completamente e con loro l’intero progetto di digitalizzazione schernito dall’Occidente e dal mondo da dieci anni e che ha assorbito migliaia di miliardi di dollari-euro che in un tale scenario sfumerebbero all’improvviso provocando una crisi definitiva dell’intero mondo finanziario, dei progetti di fintech e di monete digitali, ecc.[24] Il futuro per come lo abbiamo immaginato non è semplicemente compatibile con il livello di tensioni geopolitiche ormai in atto. Questo sguardo nell’abisso è un semplice atto di anticipazione collettiva concepito per costringere i soggetti coinvolti ad una reazione geopolitica di salvezza (primo scenario a breve termine)… a meno che una delle pecorelle smarrite non si getti nel precipizio portando con sé tutto il gregge (secondo scenario a lungo termine).
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