Impossibile rilanciare l’industria europea della difesa, scontri politici e sociali, disaccordi strategici, divergenze diplomatiche…
“Finora l’Europa è stata costruita sulle crisi” è un motto storicamente verificabile. Il conflitto in Ucraina, tuttavia, sarà la crisi a dimostrare che questo motto è sbagliato, facendo crollare l’edificio su se stesso. La crisi sistemica globale permea e destabilizza le istituzioni europee da oltre quindici anni. Queste ultime, fino ad oggi, sono riuscite a resistere come meglio potevano, accelerando il proprio sviluppo e mascherando le carenze, a partire dalla mancanza di democratizzazione, e nascondendo sotto il tappeto le divisioni che le indeboliscono. Queste divisioni e carenze sono esacerbate dalla guerra in Ucraina, che sta provocando sfoghi legittimi a tutti i livelli, ma che non rimbalzano nella stessa direzione.
Dopo l’atteggiamento attendista tipico dell’anno elettorale 2024[1], tutte le reazioni che si stanno già mettendo in atto avranno un forte impatto sul continente, che entrerà in uno stato di guerra totale. Coinvolti nella guerra fin dal primo giorno, l’UE e gli Stati membri non potranno partecipare a una soluzione diplomatica, non solo perché sono parti in causa, ma anche perché è ormai chiaro che la Russia ha il sopravvento sul teatro delle operazioni[2] e che è impensabile per l’Occidente negoziare con una Russia in posizione di forza[3].
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